Petronio

Vita e opere

Sulla biografia e sulle opere dell'autore latino Petronio esistono ombre e questioni ancora non risolte definitivamente. Sicuramente possiamo affermare che l’autore del Satyricon visse nell’epoca neroniana: a confermarlo è l’opera stessa nella quale la cultura e gli interessi dell’autore, lo stile, il contenuto dell’opera e la società rappresentata rimandano all’età di Nerone. Il profilo di Petronio sembra inoltre ricondurre al noto ritratto di un Gaio Petronio, proconsole in Bitinia e console, durante il regno di Nerone, che ci ha fornito Tacito negli Annali. Considerato da Nerone il giudice per eccellenza del buon gusto e dell'eleganza, per questo definito "elegantiae arbiter", cadde in disgrazia quando venne accusato di tradimento da Tigellino nella congiura di Pisone. Fu costretto al suicidio nel 66 d.C. a Cuma.

Satyricon

Trama

Lo sviluppo narrativo del Satyricon lo fa assomigliare a un romanzo moderno, a cui possiamo applicare gli strumenti dell'analisi narratologica, benché non ne conosciamo né l'esordio né il finale. Protagonista è un tal Encolpio, studente provvisto di una certa cultura ma squattrinato, che si accompagna a un "fidanzato" sedicenne, Gitone, di cui sembra molto invaghito ma che è costantemente insidiato dal suo "ex", il giovane Ascilto. Questo triangolo è presente nei frammenti del libro XIV e nell'episodio della "Cena di Trimalchione"; mentre nel libro XVI, dopo l'uscita di scena di Ascilto, esso si ricompone con l'inserimento di un nuovo pretendente di Gitone, Eumolpo, un poeta spiantato, anziano e libidinoso. Protagonista e comprimari attraversano una serie di peripezie che li conducono da una non meglio precisata Graeca urbs (forse Marsiglia, o Pozzuoli, o Napoli) fino a Crotone: il viaggio che costituisce lo schema di fondo della narrazione, avviene via terra, attraverso tappe non identificate toponomasticamente, e anche via mare, quando Encolpio, Gitone ed Eumolpo si imbarcano su una nave diretta a Taranto che però farà naufragio. A muoverli costantemente è la ricerca di una qualche forma di sostentamento e soprattutto la fuga da situazioni imbarazzanti o pericolose, spesso determinate da colpe pregresse.

Analisi dell'opera

Pervenutaci in forma frammentaria e incompleta, il Satyricon rappresenta un miscuglio di diversi genereri letterari. La sua scrittura in prosa, e la sua struttura narrativa ce lo fanno descrivere come un romanzo, ma evidenti sono i riferimenti ad altri "generis". Il riferimento più immediato è sicuramente quello all'epica greca e latina, infatti il Satyricon appare come la parodia dell'Odissea, in cui il nostro eroe scappa da città in città per evitare situazioni createsi per eventi controversi e licenziosi, come ad esempio la persecuzione del dio Priapo, divinità fallica che da ad Encolpio impotenza sessuale, mentre Ulisse è perseguitato da Poseidone. L'opera riprende molto anche dalle "fabulae Milesiae", componimenti di carattere licenzioso, così denominati dal fondatore del genere "Aristide di Mileto". Nonostante il titolo riferito alla "satira", e i temi trattati nell'opera, non emerge mai un intento morale o moralistico di giudizio o condanna verso questi comportamenti. Questa particolarità, combinata alle scarse notizie pervenute sull'autore, non ci fanno capire quale sia il vero messaggio dell'opera, se quello di condanna verso lo scadimento morale della società romana di quell'epoca, o se si tratta di un racconto creato solo per suscitare risate nella corte imperiale.