i ruggenti anni Venti

La crescita economica

Tra il 1922 e il 1928 gli Stati Uniti conobbero una crescita economica senza precedenti nella loro storia. La produzione industriale sah del 64% (contro il 12% del decennio precedente). Non si trattò, tuttavia, solo di un balzo in avanti quantitativo, ma di una trasformazione qualitativa dovuta al diffondersi della seconda rivoluzione industriale: ciò significo produzione di massa in tutti i settori, da quello automobilistico a quello tessile, alimentare ecc. Per assorbire questa produzione di massa occorreva creare dei consumatori di massa, ossia occorreva che tutti i cittadini acquistassero i beni prodotti. A dare un notevole impulso in questa direzione provvidero in particolare tre elementi: -la diffusione delle innovative tecniche pubblicitarie; -il successo delle nuove forme di distribuzione, tra cui soprattutto i grandi magazzini; -la possibilità di pagamenti rateali, che rendevano l'acquisto dei prodotti accessibile anche alle famiglie meno abbienti. Negli Stati Uniti, alla fine degli anni Venti, circolava un'automobile ogni 5 abitanti (mentre in Europa il rapporto era di 1 a 83); la metà della popolazione americana possedeva un ferro da stiro, it 15% la lavatrice, un tostapane, un ventilatore. Sul mercato approdarono altri prodotti destinati a rivoluzionare la vita quotidiana, come il cellofan e la gommapiuma. Di grande rilievo, anche per gli effetti culturali, fu poi la diffusione della radio: negli Stati Uniti nel 1922 c'erano 400 000 ricevitori; nel 1928, 8 milioni. Anche l'elettrificazione del paese procedeva spedita, stimolata dalle esigenze delle industrie e dai consumi privati: nel 1929 il 63% della popolazione usufruiva dell'energia elettrica. L'impressione di consumi accessibili a tutti e di una diffusione del benessere apparentemente senza fine diffondeva entusiasmo nella nazione. Gli Stati Uniti desideravano dimenticare i sacrifici della guerra. Volevano distrazioni e divertimenti: non a caso trionfarono il jazz e i night club. Questi anni sono passati alla storia come «i ruggenti anni Venti».

La Borsa

Il prezzo delle azioni delle società quotate in Borsa tendenzialmente cresce quanto più sono ottimistiche le previsioni dei profitti e quanto più basso è il tasso di interesse. Nel corso degli anni Venti, il numero e il prezzo dei titoli trattati negli Stati Uniti crebbero a una velocità impressionante. Nel 1925 si trattavano alla Borsa di New York 500000 azioni, nel 1928 circa 757000, oltre 1100000 nei primi mesi del 1929. Contemporaneamente il valore medio di questi titoli, fissato a 159 punti nel 1925, volò a 300 nel 1928, e a 381 nella prima metà dell'anno seguente: in sintesi tra il 1927 e il 1929 il valore delle azioni raddoppiò. Il miraggio di guadagni facili e rapidi fece diventare l'investimento in Borsa un fenomeno di massa.

Il "Big Crash"

A causa di tutti i soldi investiti in azioni, le aziende andarono in sovrapproduzione, causando quindi un crollo dei guadagni. Di conseguenza il prezzo della azioni smise di crescere, e il 24 ottobre 1929, noto come “Giovedì nero” , furono ceduti 13 milioni di azioni. Iniziò così il crollo dell’economia americana che segnò tutto il successivo decennio.