Per tutto il secolo la Russia rimase la roccaforte degli zar. Ancora ancorata ad un sistema economia prettamente agricolo, era toccata dall'industrializzazione solo in aree ridotte. A causa di questa arretratezza economica si crearono diverse opposizioni al governo dello zar. Tra questi gruppi di oppositori, quello più forte era sicuramente quello di matrice Marxista. Seguaci delle teorie del filosofo prussiano Karl Marx, questo gruppo voleva una rivoluzione socialista che avrebbe portato i proletariati al potere. All'interno di questo gruppo si dividevano in "bolscevichi" (rivoluzionari guidati da Lenin), e "menscevichi" (riformisti guidati da Martov).
In gennaio 1905 la sanguinosa repressione di una pro testa scatenò scioperi e rivolte in tutta la Rus sia. Nacque un movimento liberale che chiedeva una costituzione e lo zar, intimorito, concesse un parlamento, la “Duma” , che però non ebbe mai un potere effettivo. In ottobre nacque a San Pietroburgo il primo “soviet” , un consiglio dei lavoratori che aspirava ad assumere un ruolo importante nel governo.
La prima guerra mondiale peggioro le condizioni della popolazione ed esasperò la conflittualità sociale che precipito nel febbraio 1917, quando il regime zarista fu sostituito dalla repubblica. Il potere venne assunto da un governo provvisorio appoggiato dai borghesi e dal soviet di Pietrogrado. Lenin ad aprile, con le sue “Tesi di Aprile”, proponeva: pace, potere ai soviet, uscire dalla guerra, e terre ai contadini.
I bolscevichi dopo l'estate conquistarono la maggioranza nei soviet di Pietrogrado e Mosca. Il 24 ottobre 1917 la “Guardia Rossa” , una forza militare creata dai bolscevichi, inizio una rivolzione in cruenta che si concluse con la conquista del Palazzo d'Inverno di Pietrogrado. Dopo alcuni giorni cadde anche Mosca. I bolscevichi egemonizzarono il neonato “Congresso panrusso dei soviet” e il governo provvisorio che doveva guidare la Russia sino all'Assemblea Costituente.