La breve vita di Aulo Persio Flacco, narrata dal suo biografo, il grammatico Marco Valerio Probo, si colloca tra il 34 e il 62 d.C, nativo di Volterra, di ricca famiglia equestre di origine etrusca, Persio rimase presto orfano di padre e venne condotto dalla madre a Roma. Qui ricevette un'eccellente educazione ed entrò in familiarità con l'ambiente intellettuale dell'opposizione senatoria di orientamento stoico.
E' autore di sei Saturae in esametri, genere letterario a cui, secondo Probo, Persio fu avvicinato dalla lettura di Lucilio. Di varia estensione le Satire di Persio trattano la denuncia di una corruzione radicata profondamente nella società e rappresentata da una galleria di individui le cui immagini grottescamente deformate diventano incarnazioni tipologiche di vizi. Alla realtà allucinata che ne emerge il poeta contrappone un ideale modello di vita virtuosa ispirata alla filosofia stoica. L'intransigenza morale di Persio si esprime in un linguaggio espressionistico, che sembra voler aggredire il lettore impressionandolo con la mescolanza di diversi registri stilistici e con un ardito “pastiche” di parole di varia provenienza (termini dotti, popolareschi, arcaici, neologismi, espres- sioni gergali ecc.). Si tratta di un linguaggio al limite del "barocco", ricco di immagini che attingono spesso alla fisicità del corpo (sfociando anche nell'oscenità), denso e concentrato con bruschi salti logici, la cui frequente oscurità rappresenta un ostacolo non indifferente alla fruizione di questo poeta.
Decimo Giunio Giovenale nacque intorno al 60 d.C. ad Aquino. Si trasferi presto a Roma, dove eesercito l'avvocatura; dopo aver compiuto studi di retorica conobbe Marziale, di cui fu amico, e forse si legò in rapporti di clientela con alcune famiglie nobiliari. Alla poesia Giovenale si dedicò in età adulta, dopo la morte di Domiziano nel 96, nel cli ma di maggiore libertà intellettuale concessa dagli imperatori adottivi. L'ultima indicazione cronologica che lo riguarda è il 127, a breve distanza dalla quale si è soliti collocare la sua morte. Pur essendo scarse le informazioni sulla vita di Giovenale, tuttavia aiutano a comprendere il quadro psicologico e ideologico, che emerge dai suoi componimenti: quello di un conservatore legato ai valori tradizionali della provincia italica, esasperato dalla corruzione dilagante a Roma, isolato sia dall'ambiente intellettuale sia dall'alta società e umiliato, nel suo status di cittadino romano e nel suo ruolo di letterato, dalle innovazioni in corso nella società (afflusso di stranieri orientali, maggiore libertà di costumi delle donne, avanzata sociale dei liberti, tramonto del mecenatismo).
Giovenale raccolse le sue "invettive" nei cinque libri di Satire, scegliendo un genere letterario adatto a esprimere la propria rivolta morale. Glovenale è l'ultimo poeta satirico della letteratura latina, consapevole di riallacciarsi a una gloriosa tradizione romana di cui rivendica il valore di concretezza contro la vuota ampollosità della poesia contemporanea. Nelle sue opere rappresentò la realtà sia come oggetto di derisione sia con finalita di critica morale.
A dire il vero, la realtà dipinta da Giovenale fa ben poco ridere (benché non manchinoi rimandi al genere comico), anzi raggiunge toni epico-tragici quando il poeta tratteggia situazioni e personaggi grandiosi nella loro perversione. Né, d'altra parte, egli esprime la propria critica morale in forme costruttive di proposta filosofica o ideologica alternativa, rappresentando una critica sterile, che non da rimedi per migliorare.
La visione critica di Giovenale sulla società romana è data dall’ “indignatio” , che è provocata da comportamenti che Giovenale considera estranei, anzi op posti (come segnala il prefisso negativo in-) alla “dignitas” , cioè al modello di decoro ispirato al “mos maiorum” , al quale vede ormai sostituirsi un sistema di disvalori basato sul denaro, sui più bassi istinti, sull'immagine di sé, sulla brama di potere a qualunque prezzo.
Quell'indignazione che nasce dall'osservazione di una realtà "mostruosa” si traduce nelle Satire di Giovenale in un linguaggio e in uno stile di tono elevato, enfatico, solenne, come quelli dei generi epico e tragico e delle “declamationes” in auge a quel tempo, che, nel contrasto con una materia “bassa" e volgare, provocano effetti grotteschi, espressionistici.