Gustav Klimt

Vita

Gustav Klimt nasce in un sobborgo di Vienna nel 1862, e ha un istruzione accademica, studio infatti nella Kunstgewerbeschule, ma già dal il 1897 raggiunge una fama impressionante, e così fondo l’ordine della “Secessione”. Nella sua vita viaggiò molto, lasciandosi influenzare nel proprio modo di fare arte dalle opere che ammirava. Ebbero molto successo su di lui i mosaici a Ravenna, che vide in ben due occasioni e che cambiarono proprio il suo modo di creare le opere. Mori nel 1918 a seguito di un ictus cerebrale.

Idillio

Il dipinto è costruito guardando al Rinascimento italiano. Infatti l'impianto architettonico, il tondo e i nudi sono un adattamento di analoghi elementi della volta della Cappella Sistina. La novità, invece, sta tutta nella cornice interna, che si sviluppa con un motivo a fiori e uccelli, e nel graticcio a fiori e foglie dello sfondo che, traendo origine dall'ambiente artistico di William Morris, costituiscono un sicuro punto di partenza per gli sviluppi in senso decorativo delle opere successive di Klimt.

I paesaggi

In una fase della sua carriera Klimt iniziò a dipingere paesaggi. Lui studiava le possibili veduta tramite un cartoncino quadrato, chiamato “mirino”, poiché secondo lui questa forma permetteva di immergersi in un’atmosfera di pace. L’effetto originato dal quadrato, molto simile all’effetto fotografico, dava l’idea di far continuare l’immagine fuori la tela, e quindi di far sentire l’osservatore “una parte di un qualcosa di più grande”. Ricordiamo nei suoi paesaggi, i dipinti: “Faggeta I” o “Il parco”.

Giuditta I

All’inizio del nuovo secolo il disegno di Klimt inizia a tendere verso la bidimensionalità, ma lasciando sempre intendere una forma volumetrica. Inizia l’uso del colore teso per evidenziare trasparenze e l’utilizzo dell’oro ripreso dai mosaici bizantini. In Giuditta I, dipinto nel 1901, il soggetto biblico è decisamente posto in subalternità, mentre il corpo seminudo dell'eroina, appena e parzialmente coperto da un sottilissimo velo azzurro con ornamentazioni dorate, e il potere incantatore dello sguardo sono un un inno alla bellezza femminile, specialmente un riferimento al concetto di “femme fatale”, ovvero “quella bellezza seducente, ma che allo stesso tempo riesce a controllarti e decide le tue sorti”, proprio come Giuditta nel passo biblico.

Il bacio

Opera di formato quadrato, risale al 1907 e si nota sempre di più l’ispirazione ai mosaici bizantini. Impiega la foglio d’oro nell’opera. La tela mostra due amanti abbracciati che si stanno baciando. Inginocchiati su uno sperone fiorite, quasi in bilico su un vuoto dorato, essi sono circondati da un'aura d'oro a girali che, con propaggini filamentose, si mischia ai fiori azzurri, gialli e viola che ricoprono lo sperone. Nel caso della donna che si abbandona all'abbraccio socchiudendo gli occhi e cingendo le spalle dell'amato, il corpo è reso identificabile per un trattamento dell'oro a onde parallele e per l'inserzione di ovali di colore con ornamenti ad anelli.