L'industrializzazione della seconda metà del XIX secolo portò alla chiusura di molte attività artigiane per la spietata concorrenza dei bassi pressi dei prodotti delle fabbriche. Le campagne si spopolarono e le città, con il miraggio del trovare lavoro facilmente, avevano subito un enorme processo di urbanizzazione, accogliendo un'immensa massa di manodopera contadina. Il lavoro nelle fabbriche era privo di tutele per i lavoratori: stipendi bassi, orari massacranti, lavoro minorile. Il lavoro degli operai non solo era estremamente pericoloso e stancante, ma la sua ripetitività e la mancanza di stimolo mentale lo portava ad essere anche "alienante".
Nel mondo artistico, il processo industriale aveva gravato molto sul lavoro degli artigiani, che si vedevano costretti a chiudere le loro attività poichè i prezzi dei prodotti industriali erano molto meno costosi, e anche se di bassa qualità, al cittadino medio non importava, poichè si iniziava a preferire l'utilità alla bellezza (complice anche la scarsa disponibilità economica). Così negli ambienti artistici si sentiva la necessità di un cambiamento radicale, che mischiava il processo industriale con la creatività e il senso artistico.
Il primo passo verso questa nuova arte venne fatto da William Morris, un pittore, decoratore, ma soprattutto imprenditore. Nel 1883 creò con altri due soci la "Morris, Marshall, Faulkner & Co.", un'azienda il quale scopo era quello di restituire al lavoro operaio quella spiritualità e quel sentimento che erano stati eliminati dall'introduzione delle macchine e della produzione in grande serie. Perciò Morris con questa azienda produceva elementi per l'arredamento e per la decorazione delle abitazioni, unendo la velocità e i processi di lavorazione industriale al buon gusto artistico, creando così prodotti industriali belli, ma accessibili al pubblico tramite prezzi bassi.
Dare quindi dignità al prodotto artistico, differenziandolo da quelli tutti uguali delle fabbriche, ha come immediata conseguenza l'apertura di un nuovo e vasto mercato come quello della media e piccola borghesia. Così questi nuovi negozi artigiani iniziano ad essere il centro del mercato dei piccoli lavoratori, trovando sempre più un maggiore successo. Ovviamente i prodotti sono sempre di qualità inferiore rispetto a quelli del passato, ma la continua ricerca di nuove forme e di design crea un forte stimolo che sarà poi da base per l'arte futura. Così in ogni paese inizia a svilupparsi un tipo di arte che prende un nome ogni volta diverso, ma che ha caratteristiche simili all'Art Nouveau: come lo stile "Liberty" in Italia, il "Jugendstil" in Austria, o il "Glasglow Style" in Inghilterra.
Questa corrente artistica non interessa principalmente solo pittura, scultura e architettura come quelle del passato, ma bensì trova molta fortuna nelle "arti minori" : ceramica, arredamento, abbigliamento, ferramenta ecc... Si predilige il piacere per le forme morbide e sinuose, fantasiosamente derivate dalla natura (sopratutto foglie, stelle e fiori) e poi stilizzate e reinterpretate in chiave decorativa.